Si parla molto di NFC, una tecnologia sempre
più comune nei dispositivi mobili ma che nell'ottica generale non ha ancora
preso piede abbastanza da essere una tecnologia di facile comprensione.
Near
Field Communication (NFC)
è una tecnologia che fornisce connettività wireless (RF) bidirezionale a corto
raggio (fino ad un massimo di 10 cm). È stata sviluppata congiuntamente da
Philips, Sony e Nokia, ma ad oggi è inclusa negli smartphone delle aziende più
famose (ad esclusione di Apple).
L’NFC è una tecnologia nata dall’evoluzione di RFID (Radio Frequency Identification –
Identificazione a radio frequenza), insieme a altre tecnologie di connettività
senza fili. Al contrario però dei chip RFID, NFC permette una comunicazione
bidirezionale, permettendo quindi di mettere realmente in contatto Initiator e
Target (ovvero chi esegue la connessione e chi la riceve), quando questi
vengono accostati in un raggio di 4 centimetri.
In questo modo viene creata una rete peer-to-peer fra i
due dispositivi. La tecnologia NFC lavora a una frequenza di 13,56MHz e può
raggiungere una velocità di picco di 424 kbit/s. L’NFC può essere integrato
direttamente tramite un chip integrato oppure tramite l’uso di una speciale
scheda esterna che sfrutta le porte delle schede SD o mini SD.
Nonostante NFC permetta anche di trasferire dati,
solitamente vi viene preferito a questo scopo il bluetooth o il Wi-Fi Direct,
utilizzando però magari la connessione NFC per iniziare la connessione,
permettendo ai due dispositivi di essere messi in contatto fisicamente per
scambiare un file.
NFC viene spesso poi tirato in ballo quando si parla di pagamenti
mobile, perché è uno dei modi più “comuni” di avviare una transizione bancaria
sicura.
Fonte via: http://www.androidworld.it/
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